sabato 19 settembre 2009

GNooollll!


Caldissimo pomeriggio di una caldissima domenica estiva. Il macchiNino macina kilometri e da suo interno, violento ed inaspettato, esplode un grido animalesco e disperato: "Noooooo, il campionato nooooooo!"


Serata in lab, cena sociale, sembrerebbe tutto ok ma... le partite di coppa sono in agguato... Resisto fino alla fine del cibo poi prendo il caffè alla macchinetta e scappo. Un collega che resta di rado con noi chiede stupito: "Vai via?" :-O Mi fermo, mi giro, lo guardo e dico: "Se sta vincendo il guardialinee chiamatemi!" :-P

The world is not so bad, say... CHEESE :-D


Ne è passato di tempo dal primo giro al Cheese. Domani, come tradizione vuole, si torna in pellegrinaggio a Bra anche se purtroppo sto giro non ci sarà il QMan [<i>vedremo se chi lo sostituisce si comportera alla prova formaggio altrettanto bene che alla prova vino</i>]. Ma mettiamo da parte gli amarcord, liberiamo il frigo per quegli N kili di formaggio che torneranno con noi e partiamo. Come dicono i navigatori della Gilda spaziale: "The cheese must flow... :-P


giovedì 17 settembre 2009

Un lavoro d'inferno... :-P


Che dire, "My parents sold my soul to the Devil and I'm a bounty hunter for Hell"* non è proprio l'inizio che uno si aspetterebbe da una commedia invece Reaper, nella sua semplicità, riesce ad essere un piacevole diversivo con alcune risate intelligenti ogni tanto. E poi come non trovare diabolicamente simpatico il signore delle tenebre? :-D


*- I miei genitori hanno venduto la mia anima al diavolo e io sono in cacciatore di taglie per l'Infermo.


mercoledì 16 settembre 2009

L'acqua del destino :-P


Al termine del nostro scarpinare per il Cadore, io e Zeta abbiamo deciso un itinerario defaticante per l'ultimo giorno. Svalicare nel Comelico e andare a Sappada per visitare l'orrido dell'Acquatona. Le storiche scalette per scendere sono però state tolte da qualche anno in quanto eufemisticamente valutate "non molto sicure" il che ci ha costretti ad optare per itinerari alternativi. Presi dall'ispirazione abbiamo cominciato a seguire un cartello "Sorgenti del Piave". Dopo alcuni Km il nostro orgoglio alpino ha avuto la meglio e, dopo un lauto pranzo, abbiamo deciso di affrontare gli ultimo 600m di dislivello a piedi. Nonostante il meteo desse pioggia per il pomeriggio, siamo partito tranquillo sotto un caldo sole. Ovviamente si è coperto, ovviamente la cartina non era in scala, ovviamente si è messo a piovere. Convinti di essere quasi arrivati chiediamo ad una famigliola che sta scendendo la quale candidamente ci risponde "Mancherà una mezzoretta." ^^; Resistendo alle tentazioni continuiamo e, dopo molto camminare, la vetta del monte Peralba ammantato di nubi si staglia davanti a noi in fondo all'altipiano. Qualche foto versione esploratori polari e, mentre ci rifocillavamo con torta e birra al rifugio, il sacro fiume ci ha graziato con un attimo di sole per le foto e per riempire le bottiglie con l'acqua sacra...
Ora però mi tocca fondare un partito! Se loro con una fialetta fanno quasi il 10%, io con 3 litri sto in una botte di ferro! :-P



Nella foto il Piave che inizia il suo lungo camino ed incrocia il primo ponte.

Nerbo(so) papi, pecunia infinita


Durante il democraticissimo intervento da Vespa in cui si autolodava per aver consegnato le prime casa senza aver speso nemmeno un centesimo [visto che le ha pagate la Croce Rossa], il sultano si è lasciato andare ad uno sfogo: Troppi farabutti in tv, stampa e politica...Deve essergli arrivata la nota spese di tutta la gente che tiene a libro paga. ;-P


Amaro risveglio poi stamattina: ha perso la battaglia degli ascolto proprio contro Canale5. Per evitare che questo si ripeta, Canale5 opporrà alla prossima breve apparizione da Vespa una trasmissione in cui Bondi recita le sue poesie. :-D


giovedì 10 settembre 2009

Forever...Allegria!


Ci sono quei personaggi che sono sempre stati con noi fino al punto che la mente arriva a dimenticarsi fin dell'idea che un giorno dovranno andarsene. Mike è sicuramente uno di questi, tanto da legarlo all'idea di televisione forse più che il telecomando. In mezzo a tanti coccodrilli ritriti ho trovato molto carino quello di Michele Serra e lascio fare a lui l'ultimo saluto. :-)


Quel piazzista della tv del benessere

Con Mike Bongiorno muore la televisione popolare del Novecento, quella fondata sul lavoro. Nella quale i ruoli erano definiti e separati, come in una fabbrica.
Il presentatore, il concorrente, la valletta, il notaio, e uscendo dal quiz l'annunciatrice, lo speaker, il telecronista, l'attore, l'imitatore, il cantante... erano definiti e separati. Capiva poco, e giudicava male, la televisione post-industriale dei nostri giorni, la confusione del reality, le risse verbali che confondono il regista e "sporcano" le inquadrature, lo sgomitare degli avventizi, l'essere in video senza alcuna giustificazione "professionale". Prese a male parole anche il Gabibbo ("Vattene, o chiamo le guardie!") che pure è un lavoratore televisivo tra i più umili e tradizionali, perché non sopportava che si turbasse il regolare svolgimento del suo quiz.
Era un uomo d'ordine. Un italiano del dopoguerra, operoso e pragmatico, felice di essere scampato a quello sconquasso, contento di vivere, di guadagnare quattrini, di comperarsi una casa più grande. La sua, a Milano, l'aveva scelta esattamente a mezza via tra gli studi della Fiera e la sede della Rai, perché il lavoro regolava la sua vita come un dio benevolo ma indiscutibile, e niente doveva accadere che non fosse "professionale". In questo, nella Rai delle origini, Mike incarnava l'aspetto non-romano, ingenuo, anticinico, nordista. È probabile che la sua popolarità, più ancora che nell'esotismo "americano", avesse radici nel piglio promettente e dinamico, da capufficio del boom, con il quale conduceva i suoi quiz: doveva apparire modernissimo, in quell'Italia in larga parte contadina e paesana, il giovanotto benvestito, con la cartella sotto il braccio, che sbrigava con destrezza quelle complicate trafile di domande e risposte. La valletta era la sua segretaria. Diede moltissimo a quella Rai, pedagogica e democristiana, nella quale una domanda sul controfagotto poteva ben figurare tra i metodi di acculturazione popolare.
Entrò a Mediaset con lo stesso slancio, spiegando quel passaggio d'epoca con il più bongiornesco e disarmante dei commenti: "Sapete, Berlusconi mi ha offerto dieci volte di più di quanto mi dava la Rai". Molti altri ebbero da Berlusconi dieci volte di più, non facendolo sapere. Seppe servire come nessun altro, con zelo e serietà, i nuovi padroni della televisione, gli sponsor, che citava come gli dei dell'Olimpo anche se producevano provole o detersivi da cesso. La sua maniera tetragona, imperturbabile, di seguire il filo logico delle cose, e solamente quello, lo rese amatissimo perfino da chi (non solo gli intellettuali) amava sorridere di lui, trovando irresistibile la sua psicologia molto basica, per niente smaliziata. Nella meraviglia con la quale presentava i concorrenti laureati ("Pensate!") si rifletteva l'arretratezza culturale dell'Italia di mezzo secolo fa, ma anche un rispetto delle gerarchie, delle forme, perfino delle apparenze che è stato totalmente stravolto, per mano della stessa televisione, negli ultimi vent'anni.
Non è dato sapere se Mike si fosse accorto davvero di quanto profondo, traumatico e irrimediabile fosse stato il cambiamento: dai tempi di "Pensate, è laureata" a quelli di "Lo sa dove deve mettersela, la sua laurea?". Forse fingeva di non essersene accorto, forse davvero era troppo impegnato a ricongegnare per l'ennesima volta un telequiz. Fatto sta che, a 85 anni, l'infinito ritorno dentro lo schema del "suo" telequiz, e della "sua" televisione, aveva assunto una certa qual magnifica follia. Vecchio, curvo, utilizzato da Sky per spot non sempre indulgenti con la sua età, aveva oramai l'aspetto e lo sguardo del vegliardo incontrollabile, quello che non deve rendere conto a nessuno perché cammina di fianco ai Campi Elisi.
Dalla vita ha avuto moltissimo, compreso (e non è poco) l'affetto di un intero popolo che lo considera uno di famiglia. Se ne è andato senza dovere fare i conti (o forse: rifiutandosi di farli, beato lui) con la fine della sua tv, quella delle competenze, dei tempi giusti, della pronuncia scandita perché tutti capiscano e nessuno si senta a disagio. Una televisione del benessere e non del malessere. La sua tv era morta già prima di lui. Ne era vedovo, ma le aveva voluto così bene che fingeva fosse ancora viva, e al suo fianco. Rimpiangeremo entrambi, e con una particolare, affettuosa delicatezza, il vecchio signore vestito di bianco che si faceva portare fuori scena da Fiorello, sottobraccio, ultima inquadratura di un viaggio solo domestico, ma formidabile per quanto è stato lungo, e cocciuto, e vitale.