giovedì 4 maggio 2006

Uno spuntino per "farsi la bocca" ;-)


L'altro giorno, passando per caso da Feltrinelli [...queste sono di solito le scuse dei tossici... ;-) ], ho approfittato dell'occasione e mi sono preso un piccolo saggio [...che sia stato finito prima dell'alba del nuovo giorno é un'alto discorso...]. Il libro é "Come ti sei ridotto - Modesta proposta di sopravvivenza al declino della nazione" di Curzio Maltese. É molto scorrevole e a tratti divertente, anche se percorso da una vena triste e nostalgica verso un tempo migliore...


"Voglio ringraziare Milano, dove sono nato e cresciuto. Soprattutto perché era un'altra Milano. Oggi è una città senza splendore, ma un tempo luccicava di idee come nessun'altra. ... Una volta ero orgoglioso di essere Milanese, capivo Stendhal che aveva fatto scrivere sulla propria lapide: "Henri Beyle, milanese". Stendhal non ha fatto a tempo a vedere lo scempio dei Navigli, ... Abitavo in periferia e andavo in centro una volta ogni tanto. Brera però era ancora la Brera degli artisti, da qualche parte al bar Jamaica compariva il fantasma di Buzzati che scriveva appunti per il 'Deserto dei Tartari', prima di tornare alla tipografia del "Corriere" per l'ultima edizione. ... La città era bellissima nei giorni delle manifestazioni. Non dimenticherò mai la prima che ho visto, nel '69, dopo la strage di Piazza Fontana. ... Piazza Duomo era una distesa di tute blu sotto un cielo livido, non ho mai sentito silenzio più potente. Ho conosciuto le strade di Milano grazie alle manifestazioni. I cortei partivano tutti da casa mia, a Sesto San Giovanni, ... Da li si partiva per viale Monza, piazzale Loreto, corso Venezia, San Babila e infine il Duomo. Camminavo e guardavo i palazzi, sempre più ricchi ed eleganti, e anche le facce del corteo cambiavano, confluivano gli studenti dei licei borghesi, peggio vestiti di noi ma belli, con i tratti da stranieri del Nord, mentre svaniva un po' della puzza di ferrovia che ci portavamo dietro dalla periferia industriale. L'amavo proprio quella fredda, umida città. Ora Milano non esiste."


É bello vedere anche la storia recente mostrata con semplicità e voglia di far ridere mentre si riflette, come quando parla di Mani Pulite...


"Cirino omicino, detto o'ministro, sommerso da una pioggia di avvisi di garanzia e inchieste, finirà in carcere nell'ottobre del '95. Sono soltanto due settimane, ma lui riesce a scrivere in forma di lettere ai giornali l'equivalente delle 'Mie Prigioni' del Pellico. ... Quasi tutti i protagonisti di Tangentopoli parlarono dopo periodi di carcere anche brevi, sia pure 'in condizioni disumane e illegali' , ovvero nelle medie condizioni di un qualsiasi detenuto in attesa di giudizio. Greganti era invece immigrato a Torino dalle Marche a 12 anni, a quindici lavorava in fabbrica e dormiva sotto i ponti del Po per risparmiare l'affitto. Dopo quindici giorni a San Vittore, invece di confessare, diventò capo della commissione interna dei detenuti e chiese alla direzione centocinquanta chili di vernice bianca per 'ripulire le celle'. I magistrati capirono che con uno così c'era poco da fare. ..."


Nessun commento:

Posta un commento